sabato 15 febbraio 2014

Food Photography Tips & Tricks #1





Finalmente il grande giorno è arrivato!
E' con immenso piacere che inauguro la rubrica Food Photography Tips & Tricks, una rubrica tutta dedicata a noi foodbloggers!

Chi non ha mai guardato con (sana) invidia le foto stupende fatte da alcune di noi, sentendosi una "principiante" nei loro confronti??
Bè, io si, mi capita spesso di pensarlo e sono gelosa da morire!!
Le foto che accompagnano le ricette sono la prima cosa che salta all'occhio aprendo un blog, o almeno, per me è così...e con questo non voglio dire che la ricetta in sè debba passare in secondo piano, tutt'altro...le due cose dovrebbero andare a braccetto e quindi, perchè non cercare di migliorarci, rendendo i nostri blog un "posto" unico che parli di noi, sia con le parole che con le immagini?

Proprio dal desiderio di migliorare il mio, ho deciso di coinvolgere ottimi fotografi professionisti e foodbloggers che possano spiegarci come si fa!

Ad ogni uscita della rubrica ci sarà un nuovo ospite/blogger e sarà sempre una piacevole scoperta.

Ad inaugurare la rubrica sarà Eleonora, una fotografa Romana che ho avuto il piacere di conoscere poco tempo fa ma che si è dimostrata da subito entusiasta e partecipe e proprio per questo, il suo non sarà un unico Guest Post, ma ci accompagnerà, alternandosi con gli altri ospiti, per proseguire di volta in volta con le sue lezioni!


Io mi fermo qui e lascio la parola a lei!

Benvenuti e buona lezione ;)
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E’ con sommo piacere che ho accettato di inaugurare questa nuova rubrica di food photography.

Bea è la proprietaria di un blog dalle tinte pastello e dai profumi che strizzano l’occhio alla french culture, una new entry tra le mie conoscenze :) alternandomi con altri talentuosi fotografi e foodbloggers, siamo qui grazie a lei, per darvi qualche buon consiglio e cercare di migliorare tutti quegli aspetti spinosi della fotografia di food.

Prima di cominciare, datemi qualche riga per presentarmi.
Mi chiamo Eleonora, romana, amante della food photography da quando ho avuto abbastanza senno per capire che ciò che stessi guardando raffigurava del cibo.
Da piccolina custodivo un’immensa collezione di ricette e fotografie, le stesse che, una ventina d’anni dopo, ho portato alla commissione di laurea in DAMS. Dopo la discussione della tesi ho imbracciato i ferri del mestiere: ho cominciato a fotografare per le riviste di cucina, quelle nazionalpopolari.
Tuttavia, non vi nascondo che, fin dagli anni dei miei studi, la mente e lo sguardo sono costantemente rivolti alle testate nordeuropee. Sono differenti dalle nostre, per tanti motivi: in primis, hanno colori e toni più freddi (a causa della loro collocazione geografica), che rispecchiano una cultura del tutto diversa dalla nostra.
Oggi, con due lauree e una borsa di ricerca, lavoro all’Università di Roma Tre occupandomi di studi visuali, di fotografia, di mostre, di corsi, di convegni e del fantastico mondo universitario. Nel frattempo, cerco di mantenere il sangue freddo per fare la fotografa freelance.
E’ faticoso portare avanti più lavori, di cui magari quello più arduo (e realizzato in brevissimi ritagli di tempo) è proprio ciò che vorresti fare nella vita.
Nei momenti più difficili, ciò che mi ricarica è quella sensazione di sentirsi incompleti anche se sembra di aver dato il massimo.
Ebbene, ora che sapete chi sono, possiamo partire.

Il cibo è ovunque, a tutti noi piace tantissimo, forse siamo addirittura “quello che mangiamo” - riprendendo la famosa citazione del filosofo tedesco Feuerbach - e quindi mi sembra più che giusto volerlo far apparire al meglio, come si fa con una modella. All’inizio è tutto un gran macello, perché, come in tutte le cose, bisogna avere l’umiltà di imparare senza dare di matto immediatamente. Ci sono tante cose da sistemare, senza contare che la coperta, toppo spesso, è corta.

Cominciamo subito col fare una distinzione importante: chi ha una compatta non può, tecnicamente, lavorare ed ottenere gli stessi risultati di chi possiede una reflex. La compatta ha una peculiarità: è una point-and-shoot camera (potremmo tradurre: metti a fuoco e fai click) e i risultati che avremo saranno effettivamente privi di profondità. Ciò accade perché queste macchine non hanno tutti quei ‘pezzi’ che danno vita ad una reflex e, di conseguenza, ad una profondità di campo (all’effetto sfocato davanti e dietro a ciò che appare nitido, detto in parole povere). Manca loro lo specchio, il diaframma, il sensore (quella che una volta era la pellicola), l’obiettivo, l’otturatore e qualcos’altro.

Parliamo dell’inquadratura. Se vi viene l’acquolina in bocca davanti ad un dolcetto sfocato per metà e siete irresistibilmente attratti dalle diagonali, dagli effetti geometrici, dalla profondità di campo…..credo che presto dobbiate pensare ad una reflex.
Le compatte, però, danno il loro meglio se decidete di fare una foto “in pianta”, ovvero “overhead”, come le chiamano quelle testate di cui vi raccontavo sopra.
Sono foto che hanno un bisogno minore di profondità e raccontano bene la scena anche se ci si posiziona perfettamente paralleli al soggetto.
Oltre all’inquadratura in pianta, si può tentare un approccio laterale/angolare o di tre/quarti, che sono le migliori posizioni per fotografare il food (mi riferisco a chi possiede una reflex).

Un set fotografato "in pianta" con una compatta

Ora aggiungiamo l’ingrediente fondamentale: la luce. Che se ne dica, il termine fotografia ha una matrice greca: φῶς (luce) e γραϕία (scrittura, disegno); unendole, otteniamo questo significato: scrivere con la luce. Che abbiate una reflex o una compatta, vi consiglio di sistemare il vostro set (il ‘luogo di scatto’) vicino ad una fonte di luce naturale, la più facile da gestire e la migliore per fotografare il food. Una finestra, ad esempio, meglio se ampia.
In inverno, essendo la luce piuttosto bassa, le ore migliori sono quelle in cui c’è un po’ di sole, cioè le ore che vanno dalla metà della mattina alla metà del pomeriggio (la mattina presto e la sera ce n’è troppo poca, di solito).
D’estate, invece, dobbiamo fare molta attenzione a non bruciare i pixel con una luce eccessiva.
Le ore migliori, definite ‘le ore d’oro’, vanno circa dalle 6 del mattino fino alle 9 e dalle 18 fino alle 20.
Abbiamo la finestra, abbiamo la macchina pronta a scattare (meglio se su un cavalletto, per evitare il micromosso). Cosa fotografiamo, per cominciare? Il mio consiglio, come possono testimoniare i miei allievi dei Workshop di Food Photography, è senz’altro quello di partire fotografando ciò che ci piace di più, ma senza eccessive pretese.
Proviamo con una natura morta, uno still life semplice. Una testa d’aglio, ad esempio.
Essendo vestita con la tipica pellicina bianca, essa possiede delle ombre naturali intorno a sé che la rendono molto fotogenica. Per inserire un po’ di colore potete giocare sullo sfondo, avendo sempre a mente che non tutte le tonalità, se accostate, vanno d’accordo.



Lo stesso set precedente fotografato da un’angolazione che fa risultare l’oggetto più vicino decisamente sproporzionato rispetto a tutto il resto. Questo effetto è causato dall’obiettivo (sicuramente un grandangolo) montato sulla compatta

Certo è che, fotografare una testa d’aglio in pianta, può risultare poco fruttuoso. Provate a muovere il soggetto, a girargli intorno, ad abbassarvi, ad alzarvi, trovando la posizione che preferite (spostate anche tutto il set, se necessario).
Chi utilizza una compatta sarà forse un po’ frustrato dalla limitazione che ne verrà fuori: la compatta utilizza solo un unico obiettivo (quello assegnatogli dalla fabbrica) e non ne possiede altri.
Non sono intercambiabili, come nel caso della reflex. Ecco che, per venire incontro a voi compattiani, propongo di preparare un set un po’ più complesso: inserite altri soggetti.
Prendete, ad esempio, una tovaglietta per lo sfondo, appoggiateci sopra un tagliere, e sopra al tagliere la testa d’aglio. Vedrete che tutto comincerà ad acquisire una nuova forma, anche fotografando in pianta.

Entriamo, di fatto, anche per chi utilizza le reflex, nel problema successivo: la composizione.
Ci sono fotografi di fama, grandi maestri, che hanno trascorso una vita intera a cercare di raccontare visivamente, senza parole, quello che stavano guardando mentre scattavano.
Non c’è quindi da abbattersi se i primi tentativi non sembreranno perfetti.
Vi basterà sapere che esiste una regola aurea, la regola dei terzi, che divide l’immagine in varie sezioni. Se ci si vuole attenere a questa regola, nei punti di intersezione si fa coincidere un particolare della foto.

La regola dei terzi con i punti di intersezione

In questo modo, secondo diversi studi meritevoli, si parla a chi sta guardando, evitando che lo sguardo vaghi per la foto senza meta, o ne esca subito, senza soffermarsi sul soggetto principale.
Ricordate che noi occidentali leggiamo da sinistra verso destra e che nostro occhio è abituato a far partire la lettura dal punto più alto di sinistra verso quello più basso di destra.
Durante la lettura, l’occhio non dovrebbe trovare ‘ostruzioni di passaggio’, anzi, la posizione dei soggetti può spesso aiutare a far si che la foto venga letta in tutta la sua interezza.

La regola dei terzi con il senso di lettura occidentale, che parte in alto a sinistra per arrivare in basso a destra


Ci sarebbe molto altro da dire, ma credo che per questa prima lezione possiamo fermarci qua, per lasciare la parola ai prossimi fortunati che mi daranno il cambio.

Un caro saluto a tutti i lettori e alla prossima!

Eleonora



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14 commenti:

  1. Mi sono innamorata di questa rubrica ancor prima che nascesse..
    Complimenti Bea e complimenti a tutti i tuoi ospiti.

    Grazie Eleonora per la fantastica lezione, cercherò di mettere a frutto i tuoi consigli!

    Un abbraccio

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  2. Bea grazie!!!Non cedo l'ora di provare tutti questi bellissimi (e utilissimi) consigli e ovviamente non mi voglio perdere neanche un appuntamento..Eleonora bravissima e complimenti per l'estrema chiarezza..un abbraccio!!

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  3. Incontri fortunati per la fortuna di tutti.Davvero grazie.

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  4. Ma è davvero fantastica questa iniziativa, Bea! E sono pazzesche le foto di Eleonora Vasco!!! Ho consultato il suo sito con estremo piacere. Grazie ad entrambe!!! :-)

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  5. Una rubrica davvero interessante! Ben spiegata! cerchero' di trarre qualche spunto! Buona domenica!

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  6. Rubrica interessantissima!!! Conoscevo già Eleonora, adesso non vedo l'ora di leggere i prossimi appuntamenti della rubrica :D

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  7. Le foto sono splendide e quel poco che ho imparato lo devo tutto a Eleonora, ti adoro piccola, complimenti anche a te Bea...un abbraccio

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  8. Grazie a tutti :))) un abbraccione, sara' una rubrica fortunata, me lo sento! E.

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  9. Un articolo davvero interessante e utile... Complimenti sia a Bea per questa rubrica che ad Eleonora per i suoi preziosissimi consigli!!

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  10. arrivo ora a commentare, perchè sono pessima lo so, ma dall' Ipad non riuscivo : (((
    questa rubrica sa di bello, è piena di luce ed è una grandissima idea. son di parte??? probabilmente sì, ma l' Eleonora è di una bravura e di una competenza che non si discutono, e tu mia cara sei una perfetta padrona di casa!!!!
    bacio!!

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  11. Che dire, davvero un'ottima introduzione al mondo della fotografia e della food photography.
    Non possono negare che è uno degli aspetti che mi fa amare di più il blog: parlare attraverso el immagini ti permette di aver in mente il risultato finale ancor prima di averlo cucinato.
    Complimenti a Eleonora e a Bea!

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  12. Grazie a tutte ragazze!! Sono felicissima che questa iniziativa stia avendo tutto questo seguito!! Io non vedo l'ora che sia sabato (prossimo ;)) per pubblicare il secondo Guest Post!!
    Un abbraccio a tutte e grazie!

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  13. Un'iniziativa fantastica!
    Ho visto il sito internet di Eleonora e mi piace da morire il suo stile e poi per la prima volta sento qualcuno che spende due parole sulla fotografia "in pianta" che è la mia preferita, sono davvero felice! :)
    Grazie Beatrice per aver dato vita a questa rubrica bellissima!!

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  14. Ti seguo da un po' in instagram...finalmente mi son decisa a passare! Prima di andarmi a vedere i filoncini al cacao son venuta a leggere questa rubrica interessantissima...non vedo l'ora che arrivi sabato per il prossimo post!
    Ciao
    Silvia

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